Cosa succederà alla ragazza?


Potrebbero  dirmi che sono arrivato con un certo ritardo. Eppure valeva la pena arrivarci, magari con i propri tempi. Affrontare l’ultimo Battisti è una avventura affascinante della ragione e del cuore. Qualcosa che personalmente voglio fare bene, senza fretta. Nelle  mie esplorazioni più recenti è così appena comparso il lavoro chiamato Cosa succederà alla ragazza (C.S.A.R.), uscito nel 1992. 

Metto il CD nel lettore, con una certa curiosità. E’ una avventura percepire come lentamente il suono - all’apparenza così tecnico - scavi un suo percorso attraverso gli ascolti, per svelare ben presto la sua essenza poetica. Il framework tecno è come la scorza protettiva. Appena ascolti un pò si buca ed esce il succo saporito.

La copertina dell'album prosegue
la "fase bianca" di Battisti
C’è un tema nemmeno tanto nascosto in CSAR, ed è un tema da far tremare i polsi, per la sua importanza. Un tema con cui si sono misurati giganti del calibro di James Joyce. Ed è quello della quotidianità. Nelle canzoni si dipana la vita nei suoi aspetti anche più minuti (la metropolitana, i negozi, la posta) ed è una vita ordinaria, si direbbe, completamente normale. 

 “C’è da andare dal dentista ci si va / da fare la spesa la si fa”

 Tramata di eventi consueti, piccoli, se vuoi. Eppure percorsa come da una gloria dell’ordinario, dallo stupore non sopito - ancora non completamente ovattato, per abitudine o negligenza - che le cose ci sono e le cose accadono. Bisogna andare oltre la prima occhiata, la prima vista. Ed ecco giungere l’epifania più mirabile...

 “A prima vista tutto è secondario”

 Che vi posso dire? Questa frase per me è semplicemente geniale. Ecco, mi sembra il punto cardine del lavoro, il suo climax. La vetta, che tra discese ardite e risalite arriva come dovrebbe, circa a metà del lavoro. Certo, tutto è secondario se il reale è pensato come la totalità, se non si mantengono gli occhi aperti per cercare sotto, oltre, perchè il significato in cui tutto riposa non si trova appena in superficie - anche se la superficie rimanda oltre se stessa, come un segno. Se non ci si incammina, tenendo la mano al reale, verso il suo significato, se ci si ferma alla prima vista si paga questo scotto... tutto diventa secondario. In tutto ci sentiamo soffocare, alla fine. Sognando evasioni dal consueto quando la possibilità di avventura è proprio lì che ci aspetta.

 Insomma, pensandoci, ho l’impressione che l’arte vera sia lì per suggerire ed accompagnare questo percorso. Per noi. Ecco che allora la quotidianità in CSAR non è piatta o monotona, ma si arricchisce di tante piccole luminescenze, puntini di luce ed istanti di estasi, diremmo domestiche, tanto che alla fine ne esce un mosaico colorato e mutante, risplendente e ammiccante.

 Oso dirlo, il tema e il suo sviluppo mi fa pensare ad opere del livello di Ulisse o di Finnegans Wake del mio amato Joyce: pensiamoci, anche lì il tema è proprio la quotidianità. Ed è vera avventura, al cui confronto le epiche gesta di Ulisse sembrano una passeggiata: lLa vita è la più grande delle avventure, ma solo l'avventuriero lo scopre (Chesterton). L’arte del nostro tempo è chiamata ad aiutare l’uomo ad entrare in questa avventura con una più ampia consapevolezza. Mi sembra una delle giustificazioni più alte della sua esistenza.

 L’altro grande tema che vorrei affrontare non è propriamente specifico di CSAR, ma attraversa tutta la seconda parte della produzione musicale di Battisti, anche se potremmo dire che in un certo modo l’attraversa davvero tutta. Ed è il tema suadente e fascinoso della femminilità. Ma di questo vorrei parlare  in un prossimo post, se avrete la voglia di seguirci. Siamo qui per ragionare pacatamente intorno alla musica e al cinema, senza alcuna fretta. 

La fretta è tutta intorno, ed è tanto più pungente quanto si smarrisce un senso complessivo al tutto. Noi siamo, per come possiamo, "cercatori di senso", e di fretta - almeno qui - preferiamo non averne...

1 commenti:

Unknown ha detto...

Che dire? I miei più sinceri complimenti! E' così affascinante il Lucio Post Mogol. A breve recensirò anch'io CSAR sul mio blog fresco di creazione (http://lamusicacamusa.blogspot.it/)

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